È assurdo pensare che un tempo la grafica non contava così tanto, men che meno in una produzione come Dragon Quest III del 1988 sul mitico NES, a cui va riconosciuto il merito di aver gettato le basi del videogioco di ruolo giapponese.

Il remake, Dragon Quest III HD-2D Remake per l’appunto, invece dà tanta importanza alla grafica, ma così tanta, che risulta l’aspetto migliore.

L’estetica HD-2D è splendida e riporta lo stile di Octopath Traveler e Triangle Strategy con alcune variazioni che, devo dire, la migliorano. Qui le ambientazioni sono più calde e dettagliate, con una cura nella luce e nelle ombre che rende ogni angolo di questo mondo fantasy a dir poco intrigante.

Il ciclo giorno-notte è solo in apparenza un’aggiunta piccola, poiché arricchisce il senso di immersione. I paesaggi cambiano volto con il passare del tempo, e ogni villaggio, foresta o deserto ha un’atmosfera tutta sua.

Il team ha fatto un lavoro spettacolare e mi è capitato spesso di fermarmi ad ammirare il paesaggio: non perché fosse denso di poligoni, altroché, ma perché sono riusciti nell’intento di mantenere una magia nostalgica anche con un pizzico di tecnologia.

La trama resta un elemento di contorno. È una storia semplice, quasi archetipica, che ha un sapore “epico” molto basilare: l’eroe che deve salvare il mondo dal male. Anche con il nuovo stile di scrittura, con più battute e dialetti, ci si rende conto subito che il gioco non punta sulla profondità dei personaggi.

I compagni sono più che altro figure anonime, avventurieri reclutati in una taverna senza una vera personalità, e non c’è interazione tra loro e l’eroe proprio come l’originale. Se cercate una storia densa di colpi di scena o personaggi memorabili ed empatici, qui non la troverete.

Ciò che vivrete è una storia d’avventura, che racconta la storia del giovane eroe, figlio di Ortega, un leggendario guerriero che ha tentato di sconfiggere il malvagio stregone Baramos, fallendo però nel suo intento. Il protagonista, dunque, raccoglie l’eredità paterna e parte per un lungo viaggio, con l’obiettivo di finire ciò che suo padre ha iniziato e sconfiggere il male che minaccia il mondo.

Come avevo detto, una trama classica, nella quale non dovreste stupirvi se ad un certo punto un re vi chiederà di andare a prendere un po’ di pepe dall’altro capo del mondo, cosicché possa donarvi una nave. Ci sono quei piccoli momenti che sanno di favola, da mostri cammuffati in regnanti, ad amori impossibili resi possibili, in un turbinio che… l’ho già detto che sa di nostalgia?

Sapete quando ho detto che la grafica è la parte migliore di Dragon Quest III HD-2D? Ecco, in parte ho mentito, perché la musica l’ho letteralmente adorata. Finalmente abbandona i vecchi suoni MIDI e ci regala una colonna sonora riarrangiata in maniera magistrale. È una musica che non ti stanca mai, che si adatta perfettamente al tono di ogni scena, che sia un villaggio immerso nel verde o un deserto sotto la luce calda del tramonto. La mia preferita in assoluto? Il tema navale. Non so perché, ma è talmente bella che riesce a commuovermi ogni volta che sfiora le prime note.

Voi tollerate ancora i combattimenti casuali? Io no. E volete sapere un’altra cosa? Ho iniziato questo remake di Dragon Quest III consapevole del fatto che avrei dovuto affrontare anche questo aspetto, come dire, “vintage”, e ammetto che ha influenzato la mia esperienza. Occhio, la mia esperienza, non il mio giudizio.

Non posso però dire che la nostalgia basti a farmi accettare l’interruzione continua del viaggio e il consumo di lotte frequenti ed identiche tra loro, necessarie per rimanere sul pezzo in termini di punti esperienza, soprattutto in un gioco che mette così tanto l’accento sull’esplorazione. È un modo obsoleto di vivere il videogioco, ma se vuoi proporre la totale fedeltà, al punto tale da risultare testardo, ti devi attenere a certi stilemi.

Eppure, sono riuscito a trovare un mio equilibrio precario, anche grazie ad un sistema che permette di velocizzare le battaglie e di usare le tattiche automatiche. Alla fine, mi sono ritrovato a esplorare il mondo di questo grande classico con curiosità, automatizzando i combattimenti laddove possibile, per concentrarmi su ciò che Dragon Quest III HD-2D Remake sa fare davvero bene: il senso d’avventura.

Torniamo però ai combattimenti. Sono rimasti fedeli al sistema classico, a turni e in prima persona, dove il giocatore non vede i propri personaggi in campo, o almeno, non li si vede agire: compaiono per un attimo a inizio battaglia, prima di effettuare gli ordini d’attacco. Avrei voluto vedere i membri del gruppo combattere, con animazioni che rendessero ogni scontro più vivace, ma invece si è preferito mantenere l’iconicità della visuale “in soggettiva”.

Forse per preservare la tradizione, ma è un compromesso che, a lungo andare, fa sentire il sistema di combattimento troppo statico. Anche se capisco la scelta stilistica, è difficile non sentire la mancanza di qualcosa di più dinamico, soprattutto quando ogni battaglia casuale interrompe l’esplorazione. La possibilità di velocizzare gli scontri aiuta, certamente, ma resta comunque un sistema che sente il peso degli anni e che, appunto, disturba il flusso esplorativo.

Tuttavia, come già anticipato, la vera gioia è proprio nell’esplorazione. In Dragon Quest III HD-2D Remake, ciò che ti spinge avanti non è tanto la trama, quanto la voglia di vedere cosa c’è oltre la prossima collina o dentro quel dungeon. Ogni angolo del mondo nasconde qualcosa, ogni strada laterale può portare ad un tesoro inaspettato, ogni personaggio in città può rivelarti la posizione di un segreto e ogni sotterraneo è progettato con passaggi nascosti e forzieri da scoprire.

L’esplorazione viene premiata sempre, e le scoperte ti danno la sensazione di aver trovato qualcosa di unico, come un set di equipaggiamento che ti fa risparmiare tempo e soldi o una scorciatoia che riduce i tempi di “farming”, che sono piuttosto lunghi e davvero fuori dal tempo.

Salire di livello non è poi così divertente, ci vogliono troppi punti esperienza per potenziarsi, soprattutto nella seconda parte, dove c’è un innalzamento della sfida ed una diminuizione progressiva dei punti esperienza dati dai nemici.

Peccato, perché anche la mappa del mondo regala delle belle soddisfazioni, malgrado i continui e frequenti combattimenti. Ci sono piccoli punti da scovare che contribuiscono ad alimentare quel senso di avventura che ti fa venir voglia di esplorare ogni angolo.

Parliamo però dei miglioramenti moderni, che sono apprezzabili e addolciscono un po’ l’esperienza: ora si può salvare in qualsiasi momento grazie al salvataggio temporaneo, consultare i punti per salire di livello dal menù senza dover correre dal sacerdote, e il gioco segnala sempre dove andare per proseguire nella storia (una funzione che è possibile disattivare se si vuole mantenere un’esperienza più tradizionale).

Il gioco permette anche di personalizzare la difficoltà, fino a rendere il proprio personaggio immortale, per chi vuole esplorare senza pensieri.

È stato inserito persino un sistema di cattura di mostri, che possono essere reclutati e fatti combattere nell’arena, ma il tutto è piuttosto deludente. Non si può controllare direttamente i mostri, ma solo scegliere una strategia e guardare l’esito del combattimento.

È una piccola aggiunta, simpatica, ma che poteva – anzi, doveva – essere sviluppata meglio. In realtà, è un po’ la sensazione che ho avuto in generale: un remake che ammalia per l’aspetto visivo e per il suo omaggio nostalgico, ma che sembra trattenersi troppo, legato da una fedeltà all’originale che talvolta ne limita il potenziale.

Anche gli stessi menù sono macchinosi, con inventari separati per ciascun personaggio che rendono la navigazione inutilmente confusionaria: un aspetto che avrebbe beneficiato di un restauro, anche perché non è nella macchinosità che si cela la bellezza di questo grande JRPG.

Dragon Quest III HD-2D Remake sarà disponibile a partire dal 14 novembre 2024 su PS5, Xbox Series X|S, PC (Steam) e Nintendo Switch: il prezzo oscilla dai 60 ai 70€ in base alla versione, una cifra troppo alta. Sarebbe stato più congruo, a nostro avviso, 50€.

Ricordiamo che questo è un prequel della trilogia composta dai primissimi tre capitoli: il prossimo anno sarà pubblicato Dragon Quest I & II HD-2D Remake, che includerà i primi due restaurati.

La chiave per questa recensione è stata fornita da Square Enix, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

L’articolo Recensione Dragon Quest III HD-2D Remake: piacerà più a voi di quanto è piaciuto a noi sembra essere il primo su Smartworld.

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Fonte: SmartWorld

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